Milongablitz

Tango clandestino ieri sera, una bolla nella città. Ma non solo. Per un attimo mi sono fermata e mi sono accorta di quello che succedeva intorno a me, dentro di me. Ero sveglia ieri sera, eyes wide open sulla penombra in cui ci muovevamo e sui movimenti del corpo: gambe, cuore, testa.

Ballavamo e sentivo il suo odore, buono. Ho pensato, sono contenta di essere con lui, non ballo più immaginando di essere con te. Ciascuno di questi uomini con cui ballo, ognuno mi dà qualcosa. Ad ognuno maldestramente mi devo adattare, ma certe volte non serve. Non serve perché se mi tieni nel modo giusto e chiudo gli occhi, non ho paura di toccarti, di appoggiare la mia testa alla tua e la mia gamba vola sul serio  intorno, tutta la strada fino ad avvitarsi.
Magia, magia, magia!

Tu, tu e tu. Quanti tu ci sono per ora…

Mi hai scritto baila guapa e io ho bailato, ho guardato, ho sorriso. Ho osservato questo microcosmo raccolto sotto i portici: maestri, venditori, donne dagli occhi neri. Coppie, monogamiche e sociali.

Il ballo: abbracci e odori, qualche volta un’entrata spregiudicata. Non un ballo per femminucce, claro que no. E poi i piedi, i tacchi, il vecchietto sporcaccione che ci guarda e la bottiglia con cui l’hanno cacciato. I sorrisini, i complimenti e le domande che non so più decifrare, ma hai ballato?, gli inviti a farsi invitare, gli sguardi da lontano, gli occhi che si abbassano o no, la tanda rosa, in cui le donne invitano gli uomini.

Certo non c’era la pioggia, chissà com’è sotto la pioggia, sotto i portici, nella città che vibra.

Dopotutto, ieri sera, era ancora una sera di settembre…

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